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Gleman Jun: al banchetto della creatività

| giovedì 6 maggio 2010 | |
Ho rischiato di bruciarmi i capelli con le fiammate improvvise di Flame of Creativity (People's Choice Award 2009 UWA, tra l’altro). Meno male che fanno parte di un superpack che ho comprato in offerta speciale a 75 linden…
A parte questo, andare ad una mostra di Gleman è come entrare in un enorme parco giochi. Si è accolti da una festa di colori e sculture animate, fontane di palline colorate, quadri che si ricompongono spontaneamente e altrettanto allegramente si frammentano, lanciandosi a terra in mille cubetti, mentre una testimone muta segna il correre del tempo portando una fiaccola che l’ha ormai intrisa della sua essenza (o viceversa?).
Algidamente suggestiva è Primatar’s Love: the evolution of SL, che suggerisce l’irrompere del sentimento nella dimensione dei prims e degli scripts. Il contrasto tra i colori netti e le figure scolpite da una parte, e la delicatezza sfumata del gesto carico di passione, dall’altra…
Tutto invita a interagire, toccare, partecipare al flusso creativo che Gleman ha originato in qualche momento della sua intensa vita artistica.
Avete l’occasione di entrare in un quadro, anzi… di volarci letteralmente, come ho fatto io. E se vi capita di toccare Touch Your Creativity (difficile non farlo, lo so che io ho la mania di fare click dappertutto…. Ma qui c’è pure un cartello che invita a farlo…): non spaventatevi se la scultura cambia, si muove, vi viene incontro: è l’arte di Gleman, che generosamente vi invita a condividere il banchetto della creatività. :-)

All’inizio pensavo di intervistare Gleman Jun. Mi piace sentire dalle parole stesse della persona quello che porta in SL, e nello specifico, nell’arte in SL. Come intende usare il mezzo SL per esprimere un’interiorità realissima, in quali tecniche trova riflesso delle emozioni e delle idee che presenta al mondo.
Esistono molti siti, gruppi e blog che si occupano di arte in SL, e prima o poi un artista lascia traccia di sé, ma di solito rimane qualcosa di inespresso: un pensiero, un dettaglio, la descrizione di un’opera o di un’esperienza. Gleman Jun è diverso. Cento esposizioni in gallerie d’arte e musei del Metaverso in poco più di due anni, interviste, articoli, un canale youtube, un blog ne fanno l’artista più “esposto” che abbia finora mai conosciuto. Rigoroso nella distinzione tra SL e RL, ha un’esistenza seconda talmente ricca artisticamente e intellettualmente e affettivamente che rende superfluo ogni riferimento ad un’eventuale RL. Gleman Jun vive di vita propria, che piaccia o no. A me piace.

Gleman Jun parla con parole, sculture e immagini, risponde e scrive, difficilmente c’è bisogno di chiedere, perché la risposta l’ha spontaneamente data prima della domanda. L’unico contatto con RL è il suo texturing, che come dice lui stesso “è ricreare frammenti di RL in SL”. Ma tanto riservato da un lato, tanto prodigo di espressioni di sé e del proprio pensiero nel virtuale. Che poi tanto virtuale non è, dal momento che non è che un’altra forma del reale…
La sua weltanshauung – azz…, scusate, m’è scappata la parolaccia… intendevo dire la sua visione del mondo è un’entusiastica affermazione della libertà di essere avatar, a prescindere: a prescindere da ogni considerazione di limite mentale, affettivo, e persino percettivo, come insegnano le sue opere.
Dà un’analisi impietosa dell’artista (creo il bello, mi sento autorizzato al brutto), che tuttavia non sono giudizi sulle persone ma piuttosto espressione del dispiacere di vedere sprecata un’occasione senza limiti come SL. Come l’arte in SL. Più in generale, è impietoso ogni suo sguardo su limiti non necessari e spesso autoimposti dai condizionamenti di menti capaci di un pensiero alla volta. Beh… io tendo maggiormente alla misericordia, sarà per deformazione professionale. Però… in fondo in fondo, sotto sotto, cielo! Mi trova intimamente d’accordo.
Cosa si trova nel suo lavoro? Occhi tecnici troveranno affascinanti architetture di prim e textures e tutte-queste-cose-di –cui- non-so-un’-acca. Gli occhi miei trovano elevata intensità emozionale come può avere solo chi si permette la libertà di un’autentica seconda vita, che non deve giustificare nulla a nessuno, e fare i conti solo con la propria coscienza. Begli occhi, no?

:-)


Vi lascio alcuni indirizzi utili per conoscere meglio il suo lavoro:
http://www.youtube.com/glemanjun
http://www.flickr.com/photos/glemanjun/

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