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Alla ricerca del Quantum...

| sabato 10 aprile 2010 | |
Quantum animae.... si ferma tra l'interrogativo dolente e l'imperiosa affermazione, una gigantesca scritta sul marmo all'entrata della mostra di Lookatmy Back. Non scomodiamo Caravaggio, ma un piccolo richiamo al ‘600 olandese nel gioco di luci e nella texture mi viene spontaneo. Ironia, passione, violenza, sofferenza, virilità estrema, contrasti cromatici inauditi e in un angolo, ma solo in un angolo… sfumature delicate nei toni dell’orizzonte. Un viaggio nell’anima. Queste le mie prime impressioni vedendo le opere che da qualche giorno si possono ammirare all'Art Gallery di Astral Dreams, dove rimarranno fino al 18 aprile, una selezione delle opere più rappresentative e recenti di Lookatmy Back. Quando lo incontro, la prima domanda sorge diretta, anche facile. Poi il discorso si complica, ed emula di Marzullo mi inoltro con Lookatmy per qualche sentierino interiore. Non lo ringrazierò mai abbastanza per la disponibilità con cui mi ha seguito, invece di mandarmi a quel paese. Ecco il risultato, tutto per voi. :-)

Mo Werefox: Relativamente alla mostra che hai portato ad Astral Dreams, c'è un filo che lega le opere che esponi? Perchè le hai scelte?
Lookatmy Back: Un filo che unisce i lavori... Si, a pensarci bene esiste. Quantum animae è un viaggio teoretico alla ricerca di un ipotetico punto di contatto tra il mondo davanti allo schermo e quello al suo interno. In altre parole, quali sono i passaggi, le vicende, le esperienze ed i piccoli impercettibili passi attraverso i quali, un poco alla volta, si finisce per cedere un granello d'anima al proprio (o ai propri) avatar? Esiste un salto quantico, un interruttore che scatta dopo aver accumulato sufficiente energia ed emozioni, una volta compiuto il quale una persona ed il suo avatar cominciano a specchiarsi l'uno nell'altra? In alternativa, esiste il medesimo passaggio di stato che conferisce ad un avatar una vita propria, una dignità ontologica autonoma e ben definita, delineata, identificabile? I quadri scelti, in buona parte, sono rappresentativi di momenti e passaggi attraverso i quali si è compiuto questo itinerario, per ciò che mi riguarda. Esse dimostrano, a me stesso, che esiste il quanto d'anima, il balzello oltre il quale, nel mio caso, ho iniziato a pensare che le mie interfacce di pixel abbiano assunto una vita propria... Una vita loro che cerco di scoprire e documentare attraverso i sogni, le aspirazioni e gli incubi che essi mi trasmettono, mi raccontano e vivono per me.
Mo Werefox: Ho avuto modo in questi giorni di scoprire che sei un attivo partecipante in forum, blog, social networks, non solo per quanto riguarda la tua attività artistica ma più in generale come abitante di mondi virtuali (usiamo questo termine anche se tendo a contestarlo). Ci puoi dire quindi come vivi tu l'esperienza della tua Second Life?
Lookatmy Back: Second Life non è il primo universo parallelo, elettronico e multiutente che abbia mai frequentato ma, di sicuro, è il più libero che abbia mai vissuto sino ad oggi. Con questo voglio intendere che, a differenza di molti altri universi persistenti e massivi nei quali i contenuti, le avventure e le vite sono offerte come prodotto preconfezionato dalla società che detiene i diritti sul marchio, in Second Life puoi dire la tua, esprimerti costruendo il tuo mondo a partire dai singoli poligoni che lo compongono, colorarlo, dargli un'armonia ed anche una vita programmata a piacimento. Una scatola di Lego moderna! Penso che questa espressione riassuma molto bene il mio approccio a Second Life. Mi sono innamorato della frase di Philip Linden: "Second Life è un mondo 3d creato dai suoi residenti". La sandbox per antonomasia. Nessuno scopo, nessun percorso predefinito: in Second Life troverai solo e soltanto ciò che porterai con te e che avrai la voglia e la costanza di cogliere e creare. Tutto questo si integra perfettamente con la mia necessità di esprimermi con le parole, i lavori grafici e le idee. Di Second Life amo l'aspetto fantasioso, il volo nelle realtà da sogno o incubo, il vivere le creazioni e le idee più visionarie realizzate da utenti geniali. Dei forum e dei blog, al contrario, amo la possibilità di esprimere con più calma e con maggior spazio le mie impressioni e le mie considerazioni su ogni tipo di argomento. Costante comune alle due esperienze è e resta l'ispirazione musicale così come quella cinematografica o letteraria.
Mo Werefox: Fra le righe sembra di cogliere un alternarsi di identificazione/separazione fra le tue diverse identità. Questo ritorna anche in alcune delle storie che racconti, benchè le immagini siano totalmente immersive. Due parole su questo? L'immagine nasce dal conflitto o dall'identificazione?
Lookatmy Back: Temo che la risposta a queste domande sia in continua evoluzione. Parlando seriamente, le immagini sono immersive nella misura in cui lo sono state per me nel momento in cui ho avuto la fortuna di coglierle. Scatto moltissime immagini ma non sempre le lavoro o le pubblico. Scelgo solo quelle che mi raccontano qualcosa. In altre occasioni, invece cerco di raccontare qualcosa, un'idea o uno spunto che ho già ben chiaro in testa creando un'immagine appositamente realizzata per lo scopo a partire dalla scelta dei personaggi, creando le pose, e scegliendo la location più adatta. In questo senso ciascuna di esse è immersiva. Differente è il rapporto con gli avatar. Pur vivendo ciò che li circonda, tendo a non immedesimarmi in essi. Quando parlo di Look non parlo di me, ad esempio. Gli avatar son belli ma preferisco osservare le loro vite, i loro ruoli e in questo senso creo loro un personaggio, una storia ed un background... Cerco di trasferire loro il famoso quantum animae ma spero sempre che esso divenga il seme per un'esistenza autonoma che possa regalarmi idee e non finisca invece per legarsi a me assorbendo parte della mia identità. Una cosa è sempre chiara per me: io sono io, i miei avatar sono parte di me ma non sono me. Ciascuno di essi mi ha raccontato una storia differente e soltanto quando ho avuto modo di coglierla ho capito quali fossero i tratti che lo avrebbero connotato. C'è chi crea un avatar solo, si immedesima in esso lo ama come fosse una sua proiezione, lo lega alla propria esistenza e cambia il suo abito a seconda della situazione e del contesto senza mai cambiarlo d'aspetto. Io appartengo ad una scuola di pensiero diversa: a seconda del contesto ho un avatar adeguato. Voglio bene a tutti loro ma nessuno di essi potrà mai rappresentarmi per intero. Sono i personaggi della commedia che Second Life mi racconta ed in questo senso voglio loro un gran bene! Penso sia il medesimo rapporto che intercorre tra l'attore ed i personaggi che interpreta.
Mo Werefox: Senti, un’ultima domanda devo fartela: ma da dove viene il tuo nick? Come ti è venuto in mente?
Lookatmy Back: Questa è facile! Sono abituato a darmi per scontato, è vero, dimentico spesso di portare sopra la capoccia virtuale, un nome che suscita spesso ilarità o curiosità in coloro che non ne conoscono l'origine. Si, lo so, "Lookatmy Back" suona proprio buffo! "Look at my back" è quel che si definisce un jargon, un'espressione gergale. Magari non vi è mai capitato di incapparvi, me ne rendo conto. Potreste trovarlo in uso in alcuni contesti militareschi, per esempio, oppure in frangenti di gaming competitivo e/o collaborativo online. Letteralmente starebbe per "Guardami la schiena" che, ovviamente, diviene un più sapido "Guardami le spalle", ovvero, "Dammi copertura mentre mi lancio nella mischia per compiere un'impresa utile a tutti noi..." o qualcosa del genere, fate voi. Non voleva significare dire "Guardami il posteriore!" Non in senso stretto, al massimo figurato: "Parami il deretano!" .
Codesto nome è un tributo ad una serie di lazzi che mi videro coinvolto durante le imprese e le peripezie vissute con allegri e buffoni compari in un noto gioco online (leggasi WoW e, se riconoscete l'acronimo, non abbiamo neppure bisogno di parlarne, se non vi dice nulla... Idem! ). Bene, non entrando nel dettaglio del contesto, vi basti sapere che una sera, col team di disperati al quale appartenevo, ci si apprestava a dare l'assalto ad un maledettissimo boss carico di loot utili per il gruppo, oltre che fondamentale per una sanguinosa quest. Il nostro nemico era imponente ed impegnativo, noi un po' rimediaticci e male in arnese. Eravamo indecisi sul modo di aprire le danze per evitarci noiosi tentativi reiterati causa premature dipartite di massa. Solitamente, in una squadra ben bilanciata, durante l'assalto, si mandano in avanscoperta i "tank", i personaggi più strutturati e portati all'ingaggio diretto, mentre si tengono nelle retrovie i buffer/debuffer gli healer ed ogni hunter che si rispetti ("speccato" sul targeting e long range). Io interpreto solo ruoli tank-oriented: non amo destreggiarmi con magie, pozioni e quisquilie che mi distraggano dalla mischia. Per questo motivo, mi capitò di dire: "That's it! I'm going to pwn him! Just stand here and look at my back!".
Detto, fatto. Selezionai la mia ascia preferita, le abilità che giudicai atte alla bisogna e mi lanciai nella pugna... Non ho avuto neppure il tempo di realizzare l'impatto... Mi son trovato steso e defunto, pronto al respawn. Perché nessuno mi seguì e/o guardò le spalle?
Beh, molto semplice: anche nei gioconi online si è parchi di caratteri... Non proprio in assonanza con la mia indole, vero? Si dice:"I PWN, FTW!!!!" e ci si lancia a capofitto. A saperlo!
Quando mi capitò d'incontrare il cognome Back in SL la mia mente tornò allo slancio cavalleresco ed alla richiesta di copertura che valse 'na serata intera di risate ed un continuo rammentarmi la mia donchisciottesca impresa ( "Hi, "look-at-my-back". Wanna pwn smtg or smn today? lol"). Ed eccomi, oggi: sono Lookatmy Back, e ciascuno dei miei sodali avatar sa che, alla bisogna, mi butto nella mischia in prima persona... A patto d'avere la dovuta copertura! FTW!!!

Ok, ha punito la mia curiosità con queste ultime righe piene di sigle che devo decodificare… :-) per intanto vi allego i link di alcuni siti dove potete scoprire altre opere di Lookatmy Back, e soprattutto leggere le storie che si celano dietro ciascuna. E sì… quasi microracconti…azz... questo non gliel'ho chiesto...

http://www.koinup.com/LookatmyBack/
http://slartit.ning.com/profile/LBack
http://www.flickr.com/photos/lookatmyback/

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