Due bronzi di Riace decapitati e pitonati (che mi perdonino i bronzi di Riace) sorreggono cornici scure, che sembrano pesare enormemente sulle loro spalle, messe lì a sancire la sconfitta della virilità urlata. A rendere ancora più pesante il loro annichilimento, dalle cornici scure emerge lentamente la luce dello slideshow, in una successione di immagini. Pesanti cornici nere anche intorno alle opere esposte, come aforismi littoriani a incorniciare il peccato, il peccaminoso ammiccare della bellezza senza pudore. E senz’anima.
Sembra cresciuta tra donne e lupi la fotografia di Morgana Direwytch, che è essenzialmente una ritrattista: molti volti di donna, ma non solo volti e non solo donne. Espressioni intense, alcune pose forse un po’ scontate (suggerimenti inutili di committenti presuntuosi?) ma mai banali, Morgana riesce a tirar fuori comunque lo spirito insano che inutilmente cerchiamo di sotterrare con chili di trucco e buona educazione. Con quella strega mezza nascosta nel nome, che altro aspettarsi? :-)
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