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Akim, la mamma e il drago

| giovedì 18 novembre 2010 | |
Mi sono innamorata della sua fotografia prima di innamorarmi di lui. In senso platonico, ovviamente. Di lui. Della sua fotografia in senso carnale, invece. Oh insomma, sto parlando di Akim Alonzo e delle sue visioni, dei suoi ritratti, dei pezzi d’anima che scaglia sulla tela, con l’unica pietà di una luce soffusa che parte dall’innocenza primordiale di ciascuno e arriva dritta all’osservatore ignaro. Ignaro di quello che sta per capitargli, ignaro del fascino irrestistibile che dalle figure di Akim lo rapirà nei dolenti volti del mondo di Gor, nelle intimità di ogni bellezza ritratta, nella forza di uomini e paesaggi.
Perchè la fotografia di Akim sembra un raffinato viaggio nelle irrealtà del Metaverso, da pellegrino disarmato, e  invece lui cattura le creature e le irretisce in un’aura di fascino, complice dell’oscurità. Il sapiente gioco di chiaroscuri esalta la personalità del soggetto e lo rende inimitabile espressione di sè. Non si tira fuori da questo gioco, Akim, ed è evidente nei lavori più recenti: intimo tormento, stupore filiale ed estasi visionaria nei quattro quadri che compongono le sue Visions. Parto da qui per una serie di domande, vediamo se risponde ;-)

Mo Werefox: Il mito della Grande Madre compare inevitabilmente alla mente davanti al Sogno di Edipo. Che ci racconti?
Akim Alonzo: Sì...quello che hai detto..è un mito appunto, una visione che ci portiamo tutti dentro, un fantasma che ci accompagna tutta la vita.
Mo Werefox: lievemente inquietante...
Akim Alonzo: L’unione primordiale con l'altro e la separazione inevitabile. Quando ho visto quell'immagine, quella scultura, sono rimasto colpito dalla quiete del sonno e dalla forza calma di quella donna sdraiata. E di come io ero piccolo...ai suoi piedi. Evocava visioni profonde.
Mo Werefox: L'energia femminile della madre terra...
Akim Alonzo: Sì, ma non era tutto..non era completa. Mancava il mio punto di vista..o meglio, la mia inquietudine.
Mo Werefox: So che la nascita di quest’immagine è stata quasi casuale...
Akim Alonzo: L'ho trovata per un caso..o un gioco del destino: si è materializzata davanti a me..dal cielo. E’ stata voluta...e casuale al tempo stesso, perciò è magica.
Mo Werefox: Nascono tutte così le tue opere?
Akim Alonzo: No, non tutte in effetti, ma mi capita quasi di evocare un idea.. qualcosa, e poi di trovare l'immagine giusta che la descrive
Mo Werefox: Vai in cerca delle immagini o ti capitano?
Akim Alonzo: La seconda che hai detto
Mo Werefox: Cielo, il pensiero che si materializza :-)    e l'idea evocata... da dove proviene?
Akim Alonzo: Dal mio essere.. o meglio..dalla realtà virtuale che mi circonda. A volte.. guardando un avatar femminile, questo mi evoca qualcosa...
Mo Werefox: Quindi viene da quello che provi in quel momento in SL
Akim Alonzo: Sì, ma non è diverso da ciò che sento in RL, questo è il punto.
Mo Werefox: Ecco.... Quanto c’entra SL, RL e il loro rapporto?
Akim Alonzo: SL è solo un ambiente... un’appendice dove naviga la nostra mente e offre spunti e stimoli a volte magici
Mo Werefox: Una proiezione delle nostre intimità ?
Akim Alonzo: Anche sì, è così in effetti, qua proiettiamo in nostro vero io nudo dal corpo e dalle magagne reali
Mo Werefox: Secondo me è anche altro, ma mi trovi abbastanza d'accordo. Se poi sia il vero o uno dei veri io....questo non lo so :-)
Akim Alonzo: Quello che vogliamo essere..certo, ma sai bene che non siamo una cosa sola
Mo Werefox: Non solo quello che vogliamo essere, in effetti, alcune parti che emergono sono sconosciute o ignorate fino a quel momento, altre sono sgradevoli da trovare in se stessi e secondo me è quello che esce nei tuoi ritratti: grande trasparenza ma  infinito mistero
Akim Alonzo: Forse è ciò che vedo, gli occhi non dicono mai una sola cosa, lasciano intravedere altro.
Mo Werefox: Neanche gli occhi di avatar, a quanto pare...
Akim Alonzo: O sono io..che voglio vedere
Mo Werefox: Beh non credo che sia solo proiezione tua comunque, nell'interazione c'è sempre il gioco dell'altro, fossero pure solo sguardi di avatar
Akim Alonzo: Eh sì, è quello che ancora mi stupisce...
Mo Werefox: Ok... ecco l'ultima domanda. Arte e sofferenza. Quanto c’è di vero in questa espressione?
Akim Alonzo: E’ vero  se diciamo che il pathos è anche sofferenza. Senza pathos non c’è arte. La sofferenza a volte è un sentimento sublime
Mo Werefox: Pathos in teoria è pure alla radice di passione
Akim Alonzo: Infatti. La sofferenza è passione assoluta.
Mo Werefox: :-)  Mi illumini
Akim Alonzo: La passione è il sentire maledettamente qualcosa..o qualcuno
Mo Werefox: e non poterlo avere completamente
Akim Alonzo: si
Mo Werefox: perchè rimane pur sempre un essere distinto
Akim Alonzo: perchè è impossibile
Mo Werefox: non poter consumarsi in uno
Akim Alonzo: è il paradosso della vita
Mo Werefox: il tragico destino del pathos: costantemente divisi dall'oggetto di desiderio
Akim Alonzo: Edipo...è il paradigma di questo se vuoi: l'oggetto amato...che sei tu stesso..da cui discendi e da cui devi separarti
Mo Werefox: è vero, e così torniamo al punto di partenza.... straordinario
Akim Alonzo: e il male...che c’è in questo, il drago immaginifico delle tue pulsioni
Mo Werefox: oh ma il drago lo vedevi come qualcosa di negativo? strano... sai che per me aveva un'aria protettiva?
Akim Alonzo: non negativo..no, una parte inevitabile, l'altro me. Il bambino...piccolo alla madre e la sua proiezione...l'adulto
Mo Werefox: è una lettura molto razionale, io l'ho vissuta da osservatore...molto di pancia
Akim Alonzo: e t’è venuto mal di pancia??:-)
Mo Werefox: ahahah! E mi si è proiettato l'avatar, che ti devo dire..
Akim Alonzo: eheheheh...bene, vuol dire che funziona allora
Mo Werefox: quasi quasi,  dovendo scegliere con chi andare....sarei andata con il drago piuttosto che con la madre.
Akim Alonzo: eccierto...pure io. Scusatte mi tolgo gli stivali
Mo Werefox: ti togli gli stivali????? OMG, vabbè che è casa tua, ma bastava dire mo fuori dai piedi. LOL. Ok per me abbiamo anche finito
Akim Alonzo tira fuori magicamente dal taschino un Arbre Magic profumo lavanda
Akim Alonzo: Ma noo, mica l'ho fatto apposta. Quando mi rilasso mi devo togliere gli stivali no?
Mo Werefox: Sarà...
Akim Alonzo: eheheheh. Finita allora?
Mo Werefox: Se vuoi aggiungere tu altro, a proposito dei ritratti o del mondo di Gor
Akim Alonzo: e sei tu la giornalista..lol
Mo Werefox: :-)
Akim Alonzo: bè..di Gor posso solo dire una cosa, che è l'ambiente ideale per il pathos :-) Ci sguazzavo per questo.
Mo Werefox: :-) non so, personalmente non credo di essere pronta, troppo pathos già così :-)
Akim Alonzo: tutto dipende da come lo vivi eh, certo molti ci vanno per fare spara spara...o soddisfare istinti schiavisti repressi
Mo Werefox: Ti manca?
Akim Alonzo: un pò sì..mi manca

Mi riprometto di continuare questa conversazione cercando di svelare il Gor di Akim, ma per il momento mi devo fermare qui, rimandandovi alla mostra che Akim Alonzo ha ad Astral Dreams fino al sabato 20 novembre. Sono riuscita ad avere in esclusiva da lui un’immagine ancora mai esposta, l’Edipus in the mirror che vi presento qui, un eccesso di simbolismo da farne motivo di un’ulteriore chiaccherata filosofico-esistenziale con accenni alle matrioske e al tema del doppio... Gli interessati mi contattino, le interessate contattino direttamente Akim ;-)

PS: lascio pure il link al suo flickr, vale una visita, dopo la Galleria di Astral Dreams

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