Sintetizza perfettamente il mio pensiero. Io ci ho messo solo i video.
Domani è il primo maggio
di Sara Zambotti
IL 1 maggio è la festa mondiale dei lavoratori, un evento globalizzato che si festeggia in tutto il mondo a Beirut, in India e in Sud Africa. In Russia si chiama Festa dei lavoratori e della primavera, e a Volterra, per esempio pare che si mangi alle 9 di mattina un bel piatto di trippa come facevano i lavoratori delle cave di alabastro. La forma corteo, gioiosa e suonante è forse quella a cui siamo più abituati, e come dice Elio non dimentichiamo di cantare una canzone balcanica e inveire contro il capitalismo almeno una volta durante il concertone.
di Sara Zambotti
IL 1 maggio è la festa mondiale dei lavoratori, un evento globalizzato che si festeggia in tutto il mondo a Beirut, in India e in Sud Africa. In Russia si chiama Festa dei lavoratori e della primavera, e a Volterra, per esempio pare che si mangi alle 9 di mattina un bel piatto di trippa come facevano i lavoratori delle cave di alabastro. La forma corteo, gioiosa e suonante è forse quella a cui siamo più abituati, e come dice Elio non dimentichiamo di cantare una canzone balcanica e inveire contro il capitalismo almeno una volta durante il concertone.
La festeggiamo dal maggio del 1886 quando a Chicago alcuni operai manifestarono davanti all’azienda agricola McCormick chiedendo di poter lavorare non più di otto ore al giorno, per averne altre 8 a disposizione per dormire, e altre 8 per il tempo libero. Prima della diffusione dei Global Social Forum, a fine Ottocento in solo 4 anni questa manifestazione divenne un format intercontinentale e arrivò anche in Italia. Per esempio su un volantino distribuito a Napoli a fine aprile del 1890 si invitavano i lavoratori a manifestare per il primo maggio perché, così c’è scritto, "In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte."
E quindi a ben riflettere, domani si festeggia non solo il lavoro in sé ma la lotta collettiva per migliorare le condizioni dei lavoratori che è una cosa un poco diversa e più rara.
Dal 1890 Solo Mussolini ebbe l’ardire di abolire questa giornata, spostandola al 21 aprile, Natale di Roma per privarla così della sua origine socialista e farne una celebrazione digeribile per il fascio.
Forse in solidarietà con i lavoratori Elvis ha deciso di sposarsi proprio il primo maggio del 1967.
Morales nel 2006 ha nazionalizzato il petrolio boliviano e Ayrton Senna ci ha lasciato.
Domani 1 maggio ci si ricorda del lavoro che ci piace, di quello che abbiamo e che ci piace meno, di quello che non abbiamo e che presto arriverà e del coraggio che ogni tanto ci prende di metterci insieme e rivendicare condizioni più giuste di vita.